Prefetto

Prefetto


Storia di un celebre e rinomato passato

 

Federico Solimena nacque nel 1893, nonno paterno dell'attuale omonimo notaio, tra il 1952 e il 1954 ricoprì la carica di Prefetto prima a Genova e in seguito a Bologna ed in altre città d'Italia.

Fino all'istituzione delle regioni a statuto ordinario avvenuta nel 1970, e del conseguente riassetto delle strutture e delle funzioni degli enti locali, il Prefetto riassumeva nell'istituzione e nella sua persona, oltre che la figura di riferimento del Ministero degli Interni, quelle che ad oggi è ricollegabile al Governatore/Presidente della Regione.

All'epoca il Prefetto era chiamato “Sua Eccellenza”, inteso come “eccellenza nella Pubblica Amministrazione, ed ora come allora, riceveva indicazioni e dipendeva direttamente dal Ministero degli Interni, ma non essendovi ancora l'ente locale della regione, rappresentava di fatto il Governo.

Come tale, il Prefetto della Provincia - Capoluogo di Regione, deteneva un peso specifico maggiore e determinante rispetto ai Prefetti delle altre province della regione stessa.

Federico Solimena anni prima di giungere alla posizione di Prefetto, fu tenente durante la Campagna di Libia, e partecipò al primo conflitto mondiale. Per i servizi offerti durante la Grande Guerra, Solimena fu insignito dell'alta onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto, istituita nel 1968, che mantenne per tutta la vita come Ufficiale in congedo.
Laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Messina, entrò da giovane nella Pubblica Amministrazione, nel 1923 cominciò la sua carriera nella Prefettura di Rieti come funzionario. Il 13 marzo dello stesso venne alla luce il suo primogenito Aldo, che in futuro ricoprirà la carica di Notaio a Genova. La prima figlia Liana nascerà nel 1925, Raffaella nel 1934.

Durante il ventennio Mussoliniano il futuro Prefetto della Repubblica Solimena, fu già Prefetto del Regno, del Governo fascista. Per il suo carattere e la sua fede liberale e per la sua forte personalità indipendente, durante il regista fascista Federico subì la punizione dell'olio di ricino, senza però essere deposto dal suo ruolo istituzionale, non potendo essere punito per altre motivazioni, se non di natura politica, appunto per la sua ferma posizione antifascista.

Come Prefetto, a Genova si distinse per la valorizzazione dei comuni facenti parte della provincia, nelle zone costiere così come nell'entroterra. Federico si distinse inoltre per una particolare attenzione nei riguardi dello Sport e delle sue attività, documentata da una lettera ufficiale del 1953 a lui indirizzata dall'Unione Società Veliche Italiane, oggi FIV - Federazione Italiana Vela, per congratularsi della fresca nomina a Prefetto di Bologna.

Dopo il pensionamento Federico riportò la propria residenza a Roma dove continuò la sua professione di Avvocato amministrativista fino alla sua morte, avvenuta il 6 settembre 1987.